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APPENDICE
1. PARADIGMI DI DERIVAZIONE
Il parlante ha coscienza del fatto che in famiglie di parole come operare -
opera - operatore - operazione - operativo - operabile, oppure come brutto -
bruttezza - bruttura - bruttino - imbruttire, ogni parola è associata con le altre
sia dal punto di vista della forma sia dal punto di vista del significato.
Si può osservare che per la seconda di queste famiglie (brutto - bruttezza -
bruttura ecc.) non c'è alcun dubbio che la base di partenza sia costituita da
brutto; mentre nella prima famiglia (operare - opera - operatore ecc.) possiamo
considerare come base sia operare sia opera.
I rapporti di derivazione che vengono a stabilirsi tra le varie parole di una
stessa famiglia sono di diverso tipo; precisamente, essi seguono due schemi o
paradigmi fondamentali:
1. il paradigma di derivazione a ventaglio, nel quale ciascuna
trasformazione comporta il ritorno alla stessa base:
operare
— opera
— operatore
— operazione
— operativo
— operabile
— operoso
2. il paradigma di derivazione a cumulo, nel quale si ha una serie di
trasformazioni successive: idea — ideale — idealizzare — idealizzazione.
Accade spesso che in una stessa famiglia di parole questi due paradigmi
siano entrambi presenti:
idea — ideale; // idealizzare / idealista; // idealizzazione — idealizzabile //
idealistico.
I paradigmi di derivazione ci dicono quali sono le possibilità derivative di
una parola, che capacità essa ha di unirsi a determinati affissi per formare nuove
parole. Inoltre, i paradigmi di derivazione ci permettono di ricostruire i vari
passaggi attraverso i quali da una certa base si arriva a un suo derivato.
2. FORMATI VIVI E FORMATI FOSSILI
Nelle pagine precedenti abbiamo dato un quadro generale della formazione
delle parole mettendoci dal punto di vista del parlante; ci siamo quindi occupati
soltanto dei formati vivi, cioè immediatamente riconoscibili, analizzabili,
scomponibili da parte del parlante. Questi formati possono dirsi "vivi" perchè si
fondano su un procedimento vivo di produzione, un procedimento che tutti
coloro i quali parlano italiano sono in grado di applicare: tutti, per esempio,
sanno attuare le trasformazioni forma – formale — formalizzare —
formalizzazione.
C'è, oltre a quello del parlante, un altro possibile punto di vista: quello
dello storico della lingua. L'intervento dello storico della lingua diventa
34 APPENDICE 1. PARADIGMI DI DERIVAZIONE Il parlante ha coscienza del fatto che in famiglie di parole come operare - opera - operatore - operazione - operativo - operabile, oppure come brutto - bruttezza - bruttura - bruttino - imbruttire, ogni parola è associata con le altre sia dal punto di vista della forma sia dal punto di vista del significato. Si può osservare che per la seconda di queste famiglie (brutto - bruttezza - bruttura ecc.) non c'è alcun dubbio che la base di partenza sia costituita da brutto; mentre nella prima famiglia (operare - opera - operatore ecc.) possiamo considerare come base sia operare sia opera. I rapporti di derivazione che vengono a stabilirsi tra le varie parole di una stessa famiglia sono di diverso tipo; precisamente, essi seguono due schemi o paradigmi fondamentali: 1. il paradigma di derivazione a ventaglio, nel quale ciascuna trasformazione comporta il ritorno alla stessa base: operare — opera — operatore — operazione — operativo — operabile — operoso 2. il paradigma di derivazione a cumulo, nel quale si ha una serie di trasformazioni successive: idea — ideale — idealizzare — idealizzazione. Accade spesso che in una stessa famiglia di parole questi due paradigmi siano entrambi presenti: idea — ideale; // idealizzare / idealista; // idealizzazione — idealizzabile // idealistico. I paradigmi di derivazione ci dicono quali sono le possibilità derivative di una parola, che capacità essa ha di unirsi a determinati affissi per formare nuove parole. Inoltre, i paradigmi di derivazione ci permettono di ricostruire i vari passaggi attraverso i quali da una certa base si arriva a un suo derivato. 2. FORMATI VIVI E FORMATI FOSSILI Nelle pagine precedenti abbiamo dato un quadro generale della formazione delle parole mettendoci dal punto di vista del parlante; ci siamo quindi occupati soltanto dei formati vivi, cioè immediatamente riconoscibili, analizzabili, scomponibili da parte del parlante. Questi formati possono dirsi "vivi" perchè si fondano su un procedimento vivo di produzione, un procedimento che tutti coloro i quali parlano italiano sono in grado di applicare: tutti, per esempio, sanno attuare le trasformazioni forma – formale — formalizzare — formalizzazione. C'è, oltre a quello del parlante, un altro possibile punto di vista: quello dello storico della lingua. L'intervento dello storico della lingua diventa